Le questioni:
Viviamo una civiltà dove siamo divisi tra terapia per il sesso e terapia per il troppo sesso, tutto dovuto agli squilibri di questo ormone, ma siamo sicuri che si tratti sempre di qualcosa di comparabile alle virtù dell’uomo?
Siamo sicuri che non sia semplicemente la natura del proprio libero arbitrio, della propria ragione e coscienza come stabilito dalla carta dei diritti umani universali?
Per quanto ancora dobbiamo o possiamo lasciare che qualcuno decida per noi quando egli stesso può avere squilibri di ossitocina in merito?
Come ci si può fare affidamento a chi in fondo ne sa di meno rispetto a noi delle nostre scelte e molto altro?
Viene facile parlare di psicologia con una vittima di stupro, dicendole che deve essere più forte, ma quanto questo si accomuna alla belligeranza e quindi all’essere più forte di qualcuno o qualcosa, che divide se stessi più di quanto già ci si sofferma tra io, super io ed es?
Siamo sicuri che il pubblico e l’opinione pubblica terrà conto di quanto uno psicologo avrebbe da dire in merito soltanto facendo riferimento alla giustizia e all’ordine sociale, ma di fronte al caso di abuso su minore o altro, la sentenza sarebbe da trasmutare in circostanza di malattia, oppure era la vittima a non essere abbastanza forte da sapersi difendere dagli assalti, ad aver provocato lo stesso stato di alterazione psicofisica in maniera indotta al prossimo?
Come vedete, la maggior parte dei dubbi non può che essere silenziata dagli stessi, oppure ottenere come risposta il frastuono della scienza che passa inosservata tra i banchi della legge. Si parla quindi di squilibrio e non di reato, oppure di reato dovuto allo squilibrio e quanto altro, anche nei casi di stalking, ma siamo sicuri che chi parla di queste cose abbia davvero le carte in regola per poter stabilire che bene e male non esistano dire al prossimo che deve essere più forte contro qualcosa o qualcuno, o tale da doversi fare curare?
Siamo sicuri che questa sia medicina e non pura strumentalizzazione delle circostanze?
Gli studi:
Il dubbio viene offerto dagli esperimenti scientifici stessi condotti nel corso degli anni.
Secondo una rivisitazione dell’esperimento carcerario di Stanford, le persone tenderebbero ad amplificare le proprie emozioni consapevoli di quello che stessero facendo, quindi si tratterebbe di un semplice atto di coscienza e non di una cosa che la esula.
Lo stesso risultato è stato ottenuto dalla replica degli studiosi britannici, che ne hanno studiato effetti meno drammatici e fatto ricerche anche sulla creazione di leadership e attività atte a risolvere i problemi.
Risulta quindi dimostrato che l’intelligenza umana non agisce di conseguenza a uno squilibrio in modalità poco sociali, ma bensì che più si ha coscienza di quello che si ha intorno, in qualsiasi modo sia, più si ha opportunità di capire, con o senza violenza, un po’ come quando da bambini si veniva sculacciati dai genitori per questo o quel fatto, cosa che ha dimostrato che anche senza tale gesto i bambini tendono a imparare se trattati con amore.
Per questi motivi e questi risultati potrebbe essere messa in discussione l’associazione fatta tra ossitocina e rapporti d’affetto, tra la stessa e la coscienza di un individuo e finire di stigmatizzare questa mancanza o sovrabbondanza nell’organismo, riconducendola non più agli atteggiamenti che l’individuo assume ma bensì allo stato di salute, quindi non più a una condizione psichica prima ancora di quella fisica, ma bensì a una sola condizione fisica.
Questo studio dimostra che più le persone sono soddisfatte e maggiori sono i benefici, in una relazione quasi indissolubile che comporta la stanchezza con l’usura del proprio corpo, quindi è dimostrato che no, l’ossitocina non fa dipendere le circostanze che si vivono ma dipende dalle circostanze che sono vissute, esattamente il contrario di quanto invece si presuppone oggigiorno, quindi maggiore è l’usura del nostro corpo e minore è il livello di ossitocina, automaticamente maggiori sono le opportunità di ammalarsi di qualsiasi altra cosa.
Lo stesso studio è dimostrato nei bambini autistici, che sono soliti essere considerati iperattivi, mentre invece in madri con alti livelli di ossitocina è stato osservato la lentezza dei movimenti spacciata per cura maternale.
Addirittura in quest’altro studio è stato riscontrato, dopo iniezione di ossitocina nel sangue, basso livello di sodio (iponatriemia) e convulsioni, classiche sintomatologie di insufficienza renale, cardiaca, uso di diuretici e cirrosi.
Sarà forse possibile che le madri con molta ossitocina siano più a rischio di altre con meno, o dei bambini autistici stessi?
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