Obbiettivo della ricerca:
In questo studio si osserva come sono cambiati i metodi nella comunicazione verbale e/o scritta, da un linguaggio emozionale a uno più clinico medico, con la conseguenza ovvia di poter creare confusione tra i malati laddove non vi sarebbe la necessità di un intervento professionista richiesto.
Nella fattispecie, considereremo le ricerche offerte dai risultati di Google.com al giorno di maggio 18, 2022, per le parole seguenti: affanno, tormento, assillo, panico, shock, stress, ansia, depressione, angustia, angoscia, oppressione, noia e imbarazzo.
Da notare che ciascuna delle seguenti parole ha un significato in se che può essere riconducibile a stadi di ansia, depressione o stress, quindi, lo studio tende a dimostrare quanto alcune parole delle suddette stiano cadendo in disuso, inglobate dai termini psicologici, con la conseguenza dell’impoverimento della lingua italiana, della proprietà del discorso e dei metodi e strategie di comunicazione.
L’idea nasce da uno studio già affrontato da the Week, a questa voce, dove si affrontava il tema psicologia, nella fattispecie quanto effettivamente fossero correttamente usati i termini del noto DSM-5 in relazione a problematiche odierne e di ogni tipologia, dalle persone civili.
In questo studio è emerso che i termini quali ossessivo-compulsivo vengano usati per indicare profondi stati di desiderio d’ordine, oppure, ADHD, per esprimere la mancanza di concentrazione, la paranoia, come conseguenza della conoscenza e della preoccupazione, e l’uso di altri termini sempre in circostanze del tutto esuli dalla psichiatria.
In questo articolo emerge un altro dato alquanto terrificante, le persone sono sempre più analfabete nella propria lingua e stanno piano piano sostituendo a una correlazione emozionale una di ambito clinico.
L’allarme è che le suddette psicopatologie possano essere confuse più di quanto non lo siano già attualmente, oltre che difficili da diagnosticare, se non salvo attraverso gli stessi usi delle parole.
Questa ricerca si riallaccia quindi al tema dell’antipsichiatria degli anni ‘60 fino a oggi che vorrebbe nella mistificazione del linguaggio il principale potere d’azione degli interventi psicologici e psichiatrici, una pratica che purtroppo è velata e di dubbia qualità, data la natura con cui è dimostrato che le persone, spesso, per indicare qualcosa, utilizzino i termini sbagliati, estremizzino le proprie emozioni e le trasformino in casi clinici come già succede per le definizioni di paura e di fobia.
Lo studio:
Lo stesso Thomas Szasz, nel suo libro, Il mito della psicoterapia, annunciava già tutta questa deriva, specialmente il riferimento alla proprietà del linguaggio, descrivendo gli psicologi in generale come iatrologi, ovvero colore che praticano l’iatrologia, ovvero la iatroi logoi, la “cura attraverso le parole“, branca della retorica e della logica osservata da Eschilo i cui esperti costituirebbero un’arte piuttosto che una scienza; ed è la somiglianza a quella pratica, a oggi sempre più presente negli ambienti di teatro e cinema, ovvero la psicoterapia, che non sembra differenziarsi troppo, anche, come già visto, dai recenti articoli che testimoniano il lavoro non ancora riconosciuto come iatrologo, tra gli stessi psicoterapeuti, come testimoniato qui, in questo studio.
Ecco quindi il materiale di ricerca:
Lista di risultati su Google.com al giorno 18 maggio 2022
- Ansia: 80400000 risultati circa
- Angoscia: 7720000 risultati circa
- Affanno: 4780000 risultati circa
- Depressione: 42600000 risultati circa
- Angustia: 63500000 risultati circa
- Assillo: 396000 risultati circa
- Stress: 1200000000 risultati circa
- Tormento: 11300000 risultati circa
- Oppressione: 1540000 risultati circa
- Panico: 14500000 risultati circa
- Shock: 1320000000 risultati circa
- Noia: 33500000 risultati circa
- Imbarazzo: 11800000 risultati circa
- Paura: 118000000 risultati circa
- Fobia: 37100000 risultati circa
0 commenti